Hai mai sentito parlare dell’importanza dei primi mille giorni di vita del bambino?
I primi 1000 giorni si riferiscono a un periodo che va dal concepimento ai 2 anni di vita.
Ma perché sono così importanti?
Ti dico già che questo periodo fatto di mille giorni, riveste un’importanza fondamentale, in quanto determina l’andamento del futuro sviluppo cognitivo, emotivo, relazionale e comportamentale a lungo termine.
Fattori neurobiologici e ambientali
In particolare, secondo Daniela Lucangeli, i primi mille giorni sono fondamentali per la creazione delle sinapsi nervose del cervello, ovvero delle connessioni neuronali che permettono al bambino di apprendere e di sviluppare le proprie abilità cognitive.
Durante questo periodo, il cervello del bambino subisce rapidi cambiamenti e l’ambiente in cui cresce può avere un impatto significativo sul suo sviluppo. Le connessioni neuronali, la cui formazione è modulata dall’esperienza, cioè dalla relazione del bambino con l’ambiente circostante, si sviluppano ad un ritmo accelerato. Sono dunque di vitale importanza stimoli sensoriali adeguati, e altrettanto adeguate cure genitoriali. L’interazione ambientale include il contatto fisico, le risposte ai suoi bisogni (es.: il bambino piange, il caregiver risponde con un’azione più o meno rapida ed adeguata), il gioco, la comunicazione verbale e le esperienze sensoriali in generale.
Il bambino durante la vita intrauterina
Anche la vita intrauterina riveste un’importanza significativa nello sviluppo del bambino. L’ambiente uterino infatti, fornisce al feto sostanze nutritive essenziali per la formazione e la crescita dei tessuti e degli organi. La corretta alimentazione della madre, l’assunzione di vitamine e minerali adeguati e lo stile di vita sano sono importanti perché influenzano lo sviluppo biologico del bambino.
Inoltre già a partire dal concepimento, eventuali esperienze negative della madre, come la malnutrizione o lo stress prolungato, possono danneggiare il cervello del bambino e portare a problemi a lungo termine come ritardo cognitivo o problemi di salute mentale.
Ma non è “solo” questo, infatti l’ambiente uterino svolge esso stesso anche un ruolo attivo nella creazione delle prime esperienze sensoriali e nella formazione delle basi per l’apprendimento futuro.
Durante la gravidanza, il feto è in grado di percepire e rispondere agli stimoli provenienti dall’esterno. Ad esempio, il bambino può udire i suoni provenienti dall’ambiente circostante, come la voce della madre, la musica o i rumori esterni. Queste esperienze sonore contribuiscono alla formazione delle prime connessioni neurali nel cervello del bambino e possono influenzare il suo sviluppo uditivo.
Inoltre, l’ambiente uterino offre un’opportunità unica rispetto la comunicazione madre-feto. La madre può parlare, cantare o leggere al bambino, creando un legame emotivo e fornendo stimoli linguistici precoci. Si ritiene che questa comunicazione precoce e pre nascita possa favorire l’attenzione uditiva e il riconoscimento dei suoni della lingua materna dopo la nascita.
In termini di sviluppo cognitivo, la vita intrauterina offre anche l’opportunità di un’esperienza tattile e vestibolare. Il movimento del feto e il contatto con le pareti dell’utero contribuiscono alla stimolazione sensoriale e al senso di equilibrio. Queste esperienze possono influenzare la percezione spaziale e il senso del corpo del bambino dopo la nascita.
In sintesi, durante la vita intrauterina, le prime esperienze sensoriali, la comunicazione genitoriale e l’ambiente emotivo possono influenzare lo sviluppo cognitivo, uditivo, linguistico e socio-emotivo del bambino. Creare un ambiente stimolante e amorevole durante la gravidanza può gettare le basi per un apprendimento sano e uno sviluppo positivo nel bambino dopo la nascita, permettendogli di raggiungere il suo pieno potenziale.
Per questo motivo, è importante che i genitori forniscano al loro bambino un ambiente sano e protetto, affetto e attenzione, una buona alimentazione e accesso alle cure mediche.
Relazioni interpersonali e attaccamento
Di vitale importanza è la relazione che si instaura con il caregiver principale, solitamente la madre. La qualità di tale relazione determina lo stile di attaccamento, che può essere più o meno stabile, rendendo il bambino più o meno sicuro di sé.
Ma l’attaccamento si determina anche in senso plurale, cioè rispetto ai legami affettivi significativi con più persone, come l’altro genitore, nonni, fratelli e sorelle, zii, cugini, altri parenti, amici e altri caregiver. Questi legami affettivi possono aiutare il bambino a sviluppare una sicurezza interiore, una maggiore autonomia, una capacità di gestire le emozioni e un senso di appartenenza a una comunità. Inoltre, l’attaccamento plurale può aiutare il bambino a costruire una rete di supporto sociale che può aiutarlo ad affrontare eventuali difficoltà nella vita.
Pertanto il sano sviluppo del bambino, non dipende solo dal contesto strettamente famigliare, ma dal più ampio contesto socio-culturale in cui è inserito, quindi dai legami di parentela e amicali della famiglia, dagli aiuti e dal supporto esterno che questa riceve, e anche dai servizi socio-sanitari e assistenziali del territorio.
È importante sottolineare tuttavia, che i primi 1000 giorni di vita non sono l’unico periodo in cui il cervello si sviluppa, ma rappresentano una finestra critica in cui l’esperienza e gli stimoli possono avere un impatto duraturo. Sfruttare al meglio questo periodo cruciale, può contribuire a promuovere un sano sviluppo cognitivo, emotivo e sociale nel bambino, gettando le basi per una vita futura di successo e benessere.
Mamme pelose e mamme di ferro
Nel corso degli anni sono stati condotti vari esperimenti rispetto l’importanza per il neonato, delle cure genitoriali, del contatto e dell’affetto.
Tra gli anni ’50 e ’60, lo psicologo Harlow condusse l’esperimento su un gruppo di scimmie neonate. Queste scimmie furono separate dalle loro madri poco dopo la nascita e collocate in un ambiente sterile e privo di stimoli emotivi. Successivamente, Harlow aveva costruito due madri artificiali per i piccoli: una fatta di ferro, ma che forniva nutrimento, l’altra non forniva nutrimento, ma era ricoperta da una morbida coperta. Le scimmie neonate svilupparono un attaccamento più forte alla scimmia ricoperta, staccandosi da essa solo per il tempo necessario a nutrirsi, ma ritornando immediatamente dalla scimmia morbida. Così come le scimmie, spaventate da un robot introdotto apposta nella gabbia, cercavano rifugio e consolazione dalla madre di peluche. Infine i cuccioli di scimmia, introdotti in un ambiente completamente nuovo, mostravano maggior fiducia nell’esplorazione dell’ambiente in presenza di una madre artificiale di peluche, mentre apparivano spaventati se in presenza di una “madre” metallica, o in assenza di qualsiasi madre.
Questo esperimento dimostrò che il contatto e l’attaccamento emotivo sono elementi essenziali per lo sviluppo normale dei neonati. Contrariamente alle teorie dell’epoca, che sostenevano che l’alimentazione fosse l’unico bisogno primario per i neonati, Harlow dimostrò che l’aspetto emotivo dell’attaccamento era altrettanto importante, se non di più, del semplice nutrimento.
L’esperimento delle scimmie di peluche ebbe un impatto significativo sulla comprensione dell’attaccamento umano. I risultati di Harlow contribuirono a sottolineare l’importanza delle relazioni affettive nella crescita dei bambini e nell’elaborazione delle emozioni.
L’esperimento suscitò anche una maggiore consapevolezza sull’etica della ricerca comportamentale e portò a un cambiamento nelle pratiche riguardanti il benessere animale negli studi scientifici.
Un ambiente amorevole e relazioni interpersonali “nutrienti”
L’ambiente emotivo e sociale in cui un bambino cresce
è altrettanto importante. Un ambiente sicuro e amorevole, fatto di relazioni
positive e attente, promuove un sano sviluppo del cervello.
Inoltre, in questo periodo si formano le prime
relazioni interpersonali, con un importante ruolo dei genitori e dei caregivers
nell’instaurare legami di sicurezza e affetto che favoriranno il benessere
emotivo del bambino. Le interazioni affettive e la stabilità emotiva possono
influenzare positivamente la neuroplasticità e la capacità di apprendimento del
bambino.
Un altro esperimento degno di nota è stato condotto da Robert Zajonc negli
anni ’70, che ha studiato l’effetto della privazione sociale su neonati umani
in orfanotrofio. Gli studi hanno mostrato che i neonati privati di
interazioni sociali e affettive presentavano un ritardo nello sviluppo fisico e
cognitivo rispetto ai neonati che avevano avuto esperienze di attaccamento più
ricche.
È importante sottolineare che molti di questi esperimenti sollevano gravi
questioni etiche, in quanto coinvolgono la privazione intenzionale delle cure
parentali a bambini vulnerabili. Oggi, le norme etiche rigorose sono in atto
per proteggere i diritti dei bambini nella ricerca scientifica, e gli
esperimenti che coinvolgono la privazione intenzionale dell’attaccamento sono
generalmente considerati inaccettabili.
Tuttavia, gli studi sugli orfanotrofi hanno contribuito a sottolineare
l’importanza fondamentale dell’attaccamento precoce e delle cure parentali
amorevoli per il sano sviluppo emotivo e sociale dei bambini. Queste ricerche
hanno evidenziato l’importanza di fornire un ambiente affettivamente ricco e
stabile per i bambini privati di un attaccamento sicuro nelle prime fasi della
loro vita.
Per tutti questi motivi è importante porre un’attenzione particolare alle
prime esperienze dei bambini, durante i primi 1000 giorni e fornire alle famiglie
un sostegno adeguato, anche attraverso politiche pubbliche e interventi
educativi mirati.